lunedì 10 novembre 2014

COMPAGNI DI BANCO

Da un po' di tempo eri entrato nei miei pensieri, come il campanello che suona la ricreazione. poi il rivederti all'improvviso davanti a casa mia non mi sorpreso affatto. Mi aspettavi appoggiato all'auto, con il riflesso del sole sui capelli oramai ingrigiti dal tempo e il sorriso aperto, come sempre, come allora, quando adolescenti eravamo compagni di banco. Molto spesso ti nascondi dietro un velo opaco. Non è sempre splendido ciò che penso di te e, a volte, non condivido nemmeno le scelte che fai,  questo porta in me un continuo raffronto con la mia paura più profonda e con una voglia di riuscire, sempre più grande, ad essere ciò che voglio essere. Tratti di vita passata emergono dalle caverne di un tempo che esiste solo nei ricordi. Vedo, voglio vedere e non voglio vedere. Abbiamo studiato, riso, condiviso e parte della nostra adolescenza rimane in semi interrati chiusi da un lucchetto che solo noi possiamo aprire. Riprendiamo il discorso come se l'avessimo interrotto appena ieri e inizi con il raccontarmi del tuo nuovo rapporto sentimentale, del tuo lavoro, dei tuoi figli, della tua vita.
" ma quando pensi di fermarti?" domando sorridendo
"mai!"  E come allora, parliamo per ore e ore fino allo sfinimento. Per poche ore ritorniamo ragazzi e, insieme a tutto ciò, ritorna alla bocca un gusto strano di crema alla nocciola e pistacchio. Un forte strano sapore che, mescolato insieme, mi ricorda noi ai tempi delle superiori quando stavamo in due  sul "vespino" per andare al centro sportivo: tu per la scherma e io per il pattinaggio. Spesso parlavamo di un futuro così lontano ed ora eccoci qui.......
Una bella mattina d'inverno sei arrivato a scuola dicendomi:
"aiutami a conoscerla!"
Lei, la biondina della seconda B, piccola e minuta con grandi occhi castani. Per poi ritrovarti dopo sei mesi a piangere sulla mia spalla perché lei ti aveva mollato! Eravamo perfino nella stessa "compagnia", e  la tua passione per la chitarra? Quella c'è sempre, qualcosa che non abbandoni mai, nonostante il tempo che passa. Ci chiamiamo ancora con quei soprannomi che c'eravamo dati da ragazzi, ma oramai il loro significato non c'è più.









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