sabato 12 ottobre 2013

GENTILEZZA

Gentilezza, che cos’è? Non è qualcosa che comperi al supermercato o in farmacia. Essere gentili non s’impara sui banchi di scuola, non è una cosa che si può insegnare ma è parte di un’evoluzione interiore, qualcosa che c’è. O c’è o non c’è. La gentilezza non va confusa con l’educazione civile del “buon giorno o buona sera” o di tutte le situazioni di dovere di circostanza, dire una cosa per un’altra per non offendere, oppure con il dire sempre di si. Si può essere gentili anche dicendo un no deciso e dicendo la verità in modo aperto. Non va confusa con la generosità. Essere gentili è “essere”, è un’abbondanza interiore, come dice  una mia amica “un lusso di pochi”. Eh si, perché essere gentili è un lusso dato da un’abbondanza interiore dove l’attenzione è lo sguardo continuo verso il mondo, tutto il mondo: verso gli animali, la terra, l’aria, l’acqua, le piante, gli uomini…….e come si riconosce la gentilezza? La riconosci se la pratichi, perché nell’azione e nella parola ti ci riconosci. La gentilezza inizia dal proprio pensiero, dall’educazione del proprio pensiero, al momento presente che stai “sentendo”. Inizi pensando e credendo che tutto è importante tanto quanto te stesso. Che l’abbondanza che è dentro di te la puoi donare a profusione proprio perché è abbondanza, non perdi nulla e non guadagni nulla ma puoi “essere”.   Si può dire che la gentilezza è uno stato di grazia che ti permette di giungere, poi,  alla pace e all’armonia interiore. E’ un inizio per qualcosa di più grande e non sai dove ti porterà, se sulle cime più alte o nelle profondità più buie  dell’oceano……….la gentilezza è essere in sintonia con il battito del mondo, tutto il mondo anche quello che non ti piace.

Nessun commento:

Posta un commento