Ci sono giorni dove le parole rimangono
imprigionate all’ interno, dentro di me, profondamente. Non trovano la strada
per uscire. Giornate dove il suono vocale rimane inutilizzato eppure, nel mio circuito interiore, c’è un dialogo continuo. Un continuo rimescolio di suoni e di concetti,
a volte difficili da esprimere. Non perché non ci sono parole ma per l’esperienza
del concetto in sé. Vuoti che si riempiono o più semplicemente: se io sono un
castello sto creando una nuova ala e inizio con arredare una nuova stanza. Giorni
dove il tuo silenzio è incompreso dalla maggior parte delle persone, imperscrutabile
da chi ti gira intorno, armonico per
chi, come te, viaggia sulla stessa onda. Queste giornate sono uniche e hanno
una ricchezza inimmaginabile. Avere tutta una giornata è raro ma ricavare delle
parti nella stessa è più facile. Perfino il telefono rimane muto ma tutto l’universo
è lì con te. Dormire non rende produttivo il proprio tempo! Vero, eppure non sempre il muoversi vuol dire
essere svegli. Oggi è una giornata così….semplice, almeno per me lo è! Lo sguardo
si perde nel paesaggio al di là della finestra e tutto assume il ritmo pacato
della tranquillità. Per me la tranquillità
è un bellissimo lago senza increspature, dove puoi riflettere la tua immagine
nello specchio d’acqua. Guardarsi senza paura, senza il timore di spaventarti
per ciò che trovi o potresti trovare. Molte immagini che sovvengono
sostituiscono le parole, sono simboli che vanno interpretati nel modo corretto.
Un’esistenza quanti giorni di risveglio ha?
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